Il territorio

Le Terme di Sardara

Le antiche fonti termali curative, paragonate a quelle francesi di Vichy, sono sicuramente l'attrazione turistica più nota e frequentata di Sardara (Sardegna Centro-Sud Ovest, Monreale)

"Un'acqua taumaturgica", eccolo il primo giudizio di chi porta a compimento il ciclo delle cure presso le Antiche Terme di Sardana. Il sollievo, la qualità della vita diventano palpabili a bere quel liquido senza odore, trasparente come un cristallo. Sembra che abbia le stesse caratteristiche di altre immensamente più conosciute, come le acque di Vichy, stessi parametri, stessi risultati, paragoni irriverenti ma significativi per chi ha problemi di fegato, biliari, pancreatici, all'apparato urinario. Grande è il conforto, grande la riconoscenza per quell'acqua che viaggia a centinaia di metri sottoterra, per i condotti resi inestricabili dal caso. Ma che ritorna benefica, importante.

Sarebbe lungo, anche se interessante, poter raccontare di come i Romani, grandi amanti delle acque minerali, già conoscessero le terme di Sardara e le sfruttassero sotto il nome delle "aquae neapolitanae", ricordate da Tolomeo e nell'Itinerarium Antoninii. Ma è da allora che le cinque fonti presenti nel borgo del Monreale sardo sono state adoperate dagli abitanti del paese e del circondario.

Il lancio, quello vero, è avvenuto però dopo la prima guerra mondiale. Lì, in località Santa Maria de is Acquas, c'era un grande ospedale militare, a sollievo dei combattenti feriti. Quello stabile, una volta finito il conflitto, venne ristrutturato e fatto diventare negli anni Venti un vero e proprio stabilimento termale. Le decorazioni, presenti soprattutto nei pavimenti, ricordano il tempo e ricordano anche la grande richiesta di quell'acqua che faceva semplicemente "bene" e che portava una nuova qualità della vita si apriva a chi si applicava in modo adeguato alle cure delle Antiche Terme di Sardara.

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