Le Antiche Terme di Sardara in Sardegna ed i loro millenari effetti benefici

Non c’è dubbio che Sardara sia piena di elementi di grande interesse culturali e naturalistici, che la rimandano ai tempi dei nuraghi, di secoli addietro. Ma è altrettanto vero che la conoscenza della Sardara odierna, è principalmente legata alle terme ed al turismo che le sottende. D’altra parte, il suo sviluppo, e verrebbe da dire la sua nascita, è proprio da attribuirsi a quella sorgente calda, arriva a sfiorare i settanta grandi, che sbocca al di sotto del paese, nel profondo della vallata. L’acqua viene filtrata attraverso sconosciuti sistemi del terreno, per precipitare in una sorta di caldaia alimentata dal magma. La temperatura alta la rimanda con forza in superficie, dando vita alle terme, con le acque che vengono tecnicamente classificate come del tipo "bicarbonato-alcalino-sodiche”. Le alte temperature gli danno anche l’appellativo di "ipertermali e termominerali”. Sono considerate molto rare in Italia e qualche studio le ha addirittura accostate alle celeberrime acque francesi di Vichy. Si sa comunque che quelle acque termali sono usate per curare mali attraverso il "Pozzo Sacro di Sant’Anastasia”, che è del IX-VIII secolo a.C., e che si trova davanti alla omonima Chiesa, in centro storico. Le caratteristiche curative della sorgente erano così note, usata sin dall’antichità per dare sollievo a qualsiasi dolore, a tutti i dolori del corpo, al punto da essere chiamata anche "fontana dei dolori” o Sa funtana de is dolus. Nemmeno a dirlo che era la meta di continui pellegrinaggi di persone sofferenti, che oggi si riversano nelle splendide terme moderne, dove dopo aver vissuto a pieno le bellezze turistiche che offre il territorio di Sardara, ci si può rilassare e trovare giovamento per il proprio benessere.