Arte, cultura, tradizioni e storia

L'area archeologica di Sant'Anastasia a Sardara

sardara ospita un'eccezionale area archeologica con il tempio a pozzo meglio conservato della sardegna. Nei pressi si trovano i resti di un villaggio nuragico con un grande locale che ospitava il consiglio degli anziani

Nella parte alta di Sardara sorge uno dei siti archeologici più interessanti di Sardegna, quello di Sant’Anastasia. Questa piccola chiesa romanico-gotica è stata costruita nel VI secolo, all’alba del medioevo, ma le sue fondamenta sono molto più antiche e poggiano su un insediamento nuragico. Nel 1913 una campagna di scavi riportò alla luce un pozzo sacro di epoca neolitica, quindi la facciata della chiesa venne smontata e arretrata per riportare il pozzo all’aria aperta. 

Il tempio a pozzo composto da macigni di basalto è uno dei meglio conservati in Sardegna. Attraverso una scala di dodici gradini si accede a una camera a pianta circolare sormontata da una cupola a tholos. Negli anni passati era chiamato dalla gente dei dintorni "funtana de is dolus”, cioè fonte dei dolori, per via di infiltrazioni di acqua alla base della camera. Poco lontano si trovano altri tre pozzi nuragici ancora parzialmente inesplorati e non visitabili.

Scavi successivi hanno consentito la scoperta di un villaggio nuragico risalente al "Bronzo finale”, tra XIII e XII secolo a.C. Sono state portate alla luce capanne, la grande sala circolare del consiglio degli anziani e numerosi oggetti in ceramica e bronzo oggi conservati al museo comunale Villa Abbas e al museo Archeologico Nazionale di Cagliari. All’ingresso degli scavi si trova la casa Pilloni, un edificio del XVII secolo in stile campidanese con granaio e stalle.

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